Un lago in quota a 2200 metri all’interno del Parco del Monviso può essere un luogo per esercitarsi nel volo di droni, ma l’utilizzo dei droni in aree protette e parchi è consentito?
Questa è la domanda che ci siamo posti qualche giorno fa quando il continuo ronzio di un drone ci ha infastiditi durante una tranquilla camminata verso il Lago Alpetto, nelle cui vicinanze sorge la meira, ora museo, utilizzata da Quintino Sella come bivacco per la prima ascensione del Monviso e il più recente, e comodo, rifugio alpino, utilizzato come possibile tappa per il trekking del Giro del Monviso.
Pare incredibile ma è così, il dilagare delle nuove tecnologie sembra si muova di pari passo con la diffusione di comportamenti quantomeno irresponsabili se non incivili. Viaggiare in auto messaggiando con lo smartphone, ascoltare musica o guardare video ad alto volume senza auricolare in luoghi pubblici, devastare i sentieri a velocità sostenute con i quad o le moto rigorosamente con la telecamera fissa sul casco, ecc.. Un mondo di opportunità di racconto e di vivere gli spazi comuni che prevarica i diritti degli altri, siano essi animali o uomini; al centro solo la mia unica necessità …
Ma senza divagare troppo torniamo al nostro fastidioso ronzio che ci sta roteando da vari minuti nel bel mezzo di una natura placida, nella quale si inserisce ogni tanto una risata di qualche altro escursionista seduto a godersi il paesaggio; un ronzio che si avvicina ed allontana, che ci guarda col suo occhi elettronico e registra i nostri movimenti, privandoci anche della nostra riservatezza.
Dopo vari tentativi di contenere il disappunto decidiamo di intervenire segnalando al possessore del drone che è un vero fastidio quel suo giocattolo, e che non ci sembra il luogo ideale per farlo volare. Per tutta risposta riceviamo le solite giustificazioni: ho il patentino, se li vendono si possono usare, che fastidio da, ti ho disturbato per così poco, ecc..
Ebbene per tutti i dronisti accaniti, non se la prenda a male chi rispetta norme e civiltà, sul sito dell’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile , si ricorda che “nelle aree protette è vietato il sorvolo di velivoli non autorizzati” in base alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 che tutela il patrimonio naturale nazionale, individuando le misure di salvaguardia ambientale. Un divieto di sorvolo prescritto, oltre che dalla normativa nazionale, dalle varie leggi regionali e/o provinciali ed infine dai regolamenti degli enti che gestiscono tali aree. Lo scopo è quello di tutelare l’ambiente di determinate zone protette, quali parchi naturali, aree di interesse biologico e faunistico. E si dia il caso che il Parco Regionale del Monviso abbia questi requisiti. Sicuramente non è piacevole dover multare un turista per l’utilizzo del drone in area Parco, cosa che per altro avviene in altri Parchi italiani vedi le Cinque Terre, ma almeno un severo richiamo e una segnalazione dovrebbe essere la regola.
E l’utilizzo dei droni fuori dalle aree protette? La buona norma dovrebbe essere quella di tutelare e proteggere gli ambienti naturali dove si riscontra la presenza di specie animali di particolare interesse, che è importante salvaguardare. La presenza dei droni può generare stress negli animali tale da generare l’abbandono dei nidi, un po come l’apertura di un locale notturno, poco rispettoso del riposo altrui, potrebbe spingerci a lasciare la nostra abitazione per la ricerca di un ambiente più tranquillo; cosa ne direste?
Certo che scrivere di queste cose, seppur importante, non è sufficiente; la realtà sul campo, l’attenta vigilanza del territorio del Parco del Monviso da parte dei Guardiaparco dovrebbe essere parte integrante del ruolo dell’Ente, ma in vari anni di frequentazione del Parco è stato raro imbattersi in controlli sul territorio. La mancanza di visibilità del Parco si manifesta in maniera evidente anche a Pian del Re dove l’unica presenza delle istituzioni locali (Comune di Crissolo) è legata al piccolo gabbiotto/rifugio per gli addetti all’esazione del costo biglietto per il parcheggio.
Insomma dove nasce il Po, dove partono molti viaggiatori sui sentieri di trekking, che portano tra gli altri allo storico Buco di Viso e all’anello del Trekking del Monviso, non c’è nessuno a verificare, controllare e raccontare cosa sia il Parco e di come ci si debba comportare (ad esempio che per camminare sui sentieri sandali o scarpe da ginnastica non sono propriamente indicati…). A Pian del Re solo una semplice bacheca, con indicazioni sommarie, dove non è presente il divieto di utilizzo dei droni, e il desolante posteggio.
Le informazioni sono del tutto errate, in quanto un drone amatoriale può volare in un parco, salvo divieti specifici in quanto è considerato un aeromodello. Sinceramente trovo molto più stressante gente che fa le foto agli animali con appostamenti simili a quelli della caccia, piuttosto che un semplice drone che ronza come uno sciame di vespe. Ma capisco che siccome vendete pacchetti di ‘caccia fotografica’ difficilmente avrete una lettura oggettiva della cosa. Ed è un peccato perché le riprese degli animali avvicinano anche la gente di città a questo tipo di mondo e magari possono persino portarvi lavoro.
Gentilmente segnala quali informazioni sono errate, grazie
Federico, secondo la sua logica un drone giocattolo può volare anche a 200mt da un aeroporto o vicino ad un carcere; ci provi e poi ci dica com’è andata
Con affetto
C’è differenza tra un giocattolo sotto i 300 grammi ed un’aereomodello per uso amatoriale ma cmq in entrambi i casi è vietato il volo in un raggio di 5km da un’aereoporto, alcuni modelli come i vari dji non si alzano nemmeno in volo sono bloccati via software in quelle aree.. Nei parchi nazionali sono vietati i voli professionali e sinceramente un drone che vila a 30 mt o più di altezza nemmeno si sente.. Questo accanimento è dovuto ad altre ragioni come scriveva qualcuno sopra, e per gli animali sono sicuramente peggio dei turisti che li rincorrono con telefonino in mano gridando che un drone che nemmeno notano
In linea teorica, prima di volare su di un sito, si deve chiedere il permesso al proprietario. Se c’è scritto Parco, non vuol dire che uno può fare ciò che vuole. Il parco è costituito per tutelare flora e fauna ma la nuda proprietà è dei singoli. Io ho chiesto permessi professionali per il sorvolo di un parco e, dopo aver ottenuto il permesso, hanno aggiunto: “Salvo approvazione dei singoli proprietari”.
Se comunque si lasciasse campo libero ai droni di svolazzare sui parchi, ci sarebbe un indubbio effetto negativo sulla fauna. In fondo si chieda il perché uno dovrebbe far volare un drone in un parco nazionale, quando esistono decine di video su Youtube girati mille mille volte meglio.
Se uno vuole far volare un drone vada in campagna, sempre dopo aver chiesto il permesso ai proprietari
Tanta aria data ai pilmoni per nulla, ci hai scritto pure un articolo andando a vedere il regolanento enac non sapendo manco come si applica e legge, se poi nella tua infinita saggezza odiatore di droni ti informeresti veramente, sapresti che i droni per sapere dove si può andare si basano sulle carte aereonautiche, e il monviso non è un areasegnalata come interdetta al volo o regolata…. morale della favola è a volo libero, non servono autorizzazioni!!!!! Hai parlato di privacy manco a quella ti puoi invocare visto che in aree pubbliche non invade la tua privacy e molto probabilmene al tizzio del drone di te ne fregava meno di 0…. risposta a quello che parlava di autorizzazione del parco, non serve lo spazii aereo è pubblico sempre cosa un aereo che passa sopra il monviso deve chiedere autorizzazione???? Il drone è equiparabile a un aereomobile!!!! Solite scuse hai parlato nell’articolo, non ti ha detto solite scuse ti ha detto solo la verità li ci può volare!!!!!!
L’ENAC non emette leggi al massimo regolamenti che non vanno certo sopra il regolamento del Parco e meno che mai sopra le varie leggi. Se ENAC non aggiorna la cartografia non vuol dire che si possa far volare un drone in un parco. Non si tratta di odiare i droni ma di rispetto delle regole, che ci sono e sono chiare, leggi nazionali, regionali e regolamenti del Parco. Comunque attualmente la cartografia è stata aggiornata. Nel Parco del Monviso il drone non può volare, fine della discussione.
Gregorio mi spiace ma sei in errore, sono un pilota di APR certificato ENAC, per volare in parchi naturali o zone soggette a protezione faunistica, è neccessario notificarlo al parco stesso ed evitare in assoluto il sorvolo di assembramenti di persone, e rispettare quanto altro sancito da ENAC.(PUNTO)
Per quanto riguarda la proprietà privata, nell’epoca romana si diceva:“dominus soli est dominus usque ad sidera et usque ad inferos” (il proprietario del suolo è proprietario fino agli inferi e fino alle stelle) ma ai tempi d’oggi, com’è sancito dall’art. 840 del Codice civile:
“La proprietà del suolo si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene, e il proprietario può fare qualsiasi escavazione od opera che non arrechi alcun danno al vicino. Questa disposizione non si applica alle leggi sulle miniere, cave e torbiere. Sono del pari salve le limitazioni derivanti dalle leggi sulle antichità e belle arti, sulle acque, sulle opere idrauliche e da altre leggi speciali. IL PROPRIETARIO DEL SUOLO NON PUò OPPORSI AD ATTIVITà DI TERZI CHE SI SVOLGONO A TALE PROFONDITà nel sottosuolo O A TALE ALTEZZA NELLO SPAZIO SOVRASTANTE, CHE EGLI NON ABBIA INTERESSE AD ESCLUDERLE”. Questo articolo del Codice civile va coordinato con l’art. 823 del Codice della navigazione il quale prevede a sua volta che “il sorvolo dei fondi di proprietà privata da parte di aeromobili deve avvenire in modo da non ledere l’interesse del proprietario del fondo”. Quindi in soldoni, per evitare che i droni non sorvolino la tua proprietà privata dovresti mettere la tua casa in una voliera; e tu dirai “MA LA PRIVACY” la privacy viene violata qual’ora le riprese divenissero di dominio pubblico, ma se riprendo tutt’altro che casa tua……. QUESTO è QUANTO DICE LA LEGGE, L’UDIENZA è TOLTA!!
Mamma mia… un ronzio vi da fastidio, siete messi proprio male.
Privarvi della riservatezza.. in luogo pubblico? Ma statevene a casa allora! Quindi neanche una macchina fotografica posso portare. Con un 600mm vi potrei fotografare che manco ve ne accorgete e contarvi i brufoli a 1 chilometro di distanza. E sarebbe anche legale! O con un cannocchiale spiarvi dalla parte opposta della montagna. E davvero pensate di essere così importanti che la gente si mette a vedere cosa fate voi? Leggi o non leggi… rompete meno la scatole e imparare a convivere. Perché anche la vostra presenza potrebbe dare fastidio ad altri, con attività che svolgete voi.