“Mai come oggi l’uomo che vive in Paesi industrializzati sente la mancanza di «natura» e la necessità di luoghi: montagne, pianure, fiumi, laghi, mari dove ritrovare serenità ed equilibrio; al punto che viene da pensare che la violenza, l’angoscia, il mal vivere, l’apatia e la solitudine, siano da imputare in buona parte all’ambiente generato dalla nostra civiltà.”
A queste gigantesche parole di Mario Rigoni Stern, tratte dal libro “Uomini, boschi e api” non ci sarebbe da aggiungere nulla, sennonché..
Forse perché così possenti, scultoree, queste parole rimangono troppo alte, quasi inavvicinabili, intraducibili a molti di noi, in particolare al noi che vive le città frenetiche e inquinate d’Italia. E così sarebbe utile procedere a piccoli passi, a quello che giornalmente ci può riavvicinare alla “natura”. Partire dalla pratica quotidiana con un lento, ma determinato, rannodamento di fili antichi, ridiscendendo nella nostra origine d’esseri biologici. E quindi prima di arrivare a discernere tra natura e paesaggio, ci possiamo accontentare di riprendere alcune buone prassi; come sentire i profumi, camminare e cogliere il verde dei viali alberati, o fuggire nei luoghi più inaspettati dei fiumi cittadini, dei colli, dei parchi, a volte si fanno incontri benevoli, ce da crederci. Certo molte aree sono degradate, presentano segni dell’abbandono umano, dell’incuria, ma noterete anche qui come la natura, perseverante, si rigenera e riappropria, nuove moderne rovine incombono davanti ai nostri occhi. Tutti luoghi che poco hanno di “natura”, infatti si definiscono come paesaggi urbani, ma che comunque ci aiutano a riequilibrare i nostri umori instabili o destabilizzati. E’ appunto una piccola cosa, però non così scontata. Il primo passo che avrà come eredi altri ben più o meno impegnativi, ma che ci aiuteranno a riprendere un cammino interrotto, non molto tempo fa (ricordiamoci che fino al secondo dopoguerra la maggior parte delle persone era contadina o ne conservava integre le radici).
In quel tempo il contatto con piante, fiori, animali (non solo da compagnia) era esperienza comune, lo stress derivante dallo sradicamento culturale, dalla forzatura di un vivere rinchiuso, automatizzato, sedentario, non era materia diffusa di vita. Oggi, per recuperare la sensazione di benessere derivante dal vivere nella natura, dobbiamo forzarci, dedicare energie fisiche e mentali, ma la fatica è sicuramente un premio insieme a tutto il bello che sboccia nel riaffacciarci alla finestra del mondo perduto. Il nostro cammino verso quei luoghi della necessità citati da Mario Rigoni Stern è quindi fattibilissimo, anche per chi meno li hanno frequentati, iniziando con piccole incursioni nel “verde”, o meglio nel caleidoscopio mondo naturale, da soli, per assaporarne le intime suggestioni, o in gruppo, per condividerne l’eterne magnificenze, l’importante è alzarsi e camminare, camminare, camminare.
Lascia un commento