Tra i tanti dati fuori da ogni logica che ci raccontano il nostro mondo fanno rabbrividire alcuni numeri relativi all’economia mondiale che ci indicano chiaramente come la comunità umana sia passata nel tempo dalla sua fase primordiale di vita in caverna, dove la sopraffazione tra gruppi era la regola, a sviluppare forme di potere sempre più raffinate come quelle del mondo capitalistico globale, che in definitiva rispecchiano sempre la vecchia logica violenta dell’accaparramento egoistico, dell’ingorda Lupa dantesca.
Gli ultimi dati pubblicati nel rapporto della ONG charity britannica Oxfam, rientrano in pieno in questa inguardabile casistica. L’orrore dei dati, perchè di questo si tratta, ci indica come il patrimonio accumulato dall’1% dei più ricchi al mondo ha superato nel 2015 quello del 99% della popolazione mondiale e dettagliando meglio si scopre che le 62 persone più ricche al mondo possiedono un patrimonio equivalente a quello della metà più povera della popolazione mondiale. Non ci sono errori di scrittura, avete letto bene, 62 persone contro svariati miliardi. L’ingiusta ripartizione delle risorse si dettaglia ancora guardando alla scarto tra i super-ricchi e il resto della popolazione che si è impennato “in modo spettacolare negli ultimi 12 mesi”, constata l’Oxfam. Lo studio indica, nel dettaglio, che la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale – circa 3,6 miliardi di persone – è scesa del 41% (pari a mille miliardi di dollari) dal 2010 a oggi. Allo stesso tempo, la ricchezza delle 62 persone più ricche del pianeta è aumentata di oltre 500 miliardi di dollari a 1.760 miliardi di dollari.
Per la nostra quota di diseguaglianza nell’Italia del 2015 i dati sulla distribuzione della ricchezza indicano come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta. Dal 2000 al 2015 oltre la metà della ricchezza è andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani.
Gran parte di questa appropriazione indebita mondiale avviene con i più o meno noti meccanismi dell’evasione e elusione fiscale, i paradisi fiscali sono le isole felici dei malfattori, questo è il nome reale di questi individui, che detengono le immense risorse monetarie e finanziarie del pianeta.
E’ di questi giorni l’ennesimo scandalo, quello dei Panama Papers, che porta agli occhi dell’opinione pubblica una parte dell’indigesta questione; esponenti politici, industriali, personaggi dello spettacolo o dello sport, e molti altri, si comportano da veri ingordi, nascondendo soldi come se dovessero vivere più di una vita.
Siamo partiti non a caso dalle caverne, e siamo finiti nelle isole felici dei nababbi, ma cosa fare per porre un freno e riequilibrare la distribuzione dei capitali, e più in generale delle risorse? Citando un pensiero di Indro Montanelli sulle genti della Valtellina:”…questa gente vive soprattutto di due cose: di vino e di onesta… l’onesta è quella che impedisce ai benestanti di diventare ricchi, e ai poveri di diventare miserabili“, ecco questo potrebbe essere un modello sostenibile da perseguire in un mondo di risorse finite, limitate e da condividere per un futuro scevro da guerre e massacri, che sempre più incombono su di noi.
Dire no a questa mostruosità non è solo doveroso, ma anche conveniente; un pianeta in mano a delle lobby di supericchi può generare solo un pianeta ecologicamente insostenibile, pieno di rifiuti e contaminazioni, perennemente in guerra, basta cercare i dati sulla vendita di armi nel mondo per rendersene conto, e reso tetro dal terrore e dall’intolleranza. Per noi la vera ricchezza sono gli angoli di poesia…
Non capisco come questo articolo sia legato al tema del sito, tra l’altro finanziato da una banca, il cattivissimo perpetratore di sistemi di diseguaglianza che temete tanto. Probabilmente và di moda lagnarsi dei poteri forti, attira like.
Avete un tetto sulla testa e un letto caldo, acqua potabile e cibo a volontà, e vi sentite poveri.
No, mi correggo, vi sentite infastiditi da chi è più ricco di voi.
Perchè secondo voi è l’1% di super ricchi a inquinare il pianeta? Non è più facile che la maggior parte del danno sia a causa dei milioni di normali cittadini abituati a un certo agio, come tutti noi?
Il bello di chi accusa un sistema capitalistico malato è che non crede di farne parte.
Sono sempre gli ALTRI, i più ricchi, i più potenti, i più facili da accusare, il populismo spopola, puntare il dito contro gli altri è sempre più facile.
Ma quando puntate il dito, ricordatevi che c’è qualcuno che lo punta a voi.
Siamo noi, la classe media, che ogni giorno godiamo i benefici di questo sistema e non muoviamo un dito per cambiarlo. Siamo nell’agiatezza talmente tanto da poterci lamentare con un articolo che postiamo grazie a un computer assemblato chissà dove da qualche bambino che lavora da quando ha 5 anni. O che ne ha estratto i componenti in miniera… eh.. ma i ricconi con la barca… loro sono i veri cattivi.
Sono sempre criminali, evasori, senza anima.. Non se ne salva nessuno, nemmeno un Elon Musk per dirne una, sono ricchi, e quindi corrotti fino al midollo. Sarà.. ma quando noi arriviamo alla cassa e il nostro amico ci chiede se può non farci lo scontrino.. va bene, dai, che sarà mai.
Dico solo una cosa: io non mi lamento, perchè so che non ne ho diritto.
ciao Ludovica,
hai sicuramente ragione quando citi la responsabilità delle singole persone rispetto ai benefici di cui godiamo e alla volontà di cambiamento. Per quello che possiamo, e qui il legame con la nostra idea di turismo che pubblichiamo sul sito, cerchiamo di promuovere attività turistiche meno invasive e più sostenibili possibili, ragioniamo di come evitare di continuare a deturpare il paesaggio e raccontiamo di piccole esperienze di pregio nelle valli. Non è la rivoluzione certamente… ma non ci lamentiamo, ragioniamo credo sia diverso.
Perdona però a me sfugge la tua negazione circa la responsabilità di chi, ai livelli alti della scala sociale, sottrae risorse alla collettività e vive accumulando fortune di cui mai potrà usufruire in pieno e determina le scelte economiche. Il punto non è ci sono i cattivi e i buoni, il punto è cambiare modello e mettere al centro le persone e la natura, altrimenti non avremo futuro.