La ricchezza della vita è il tempo, quanti di voi lo pensano continuamente o solo una tantum, ma, se qualcuno vuole obiettare questa banale deduzione, il consiglio è di interrompere lettura per non rischiare di sottrarre momenti preziosi al proprio essere; per tutti gli altri, avanti tutta. Naturalmente ci sono altri requisiti non secondari nella bilancia della nostra esistenza, la salute per esempio, senza la quale il tempo a disposizione può, in casi estremi, rappresentare una condanna. Ed ecco che che l’ultima parola ci ricorda che la libertà non è di minor importanza, avere tempo ma non poterne disporre a piacere è un limite evidente. Ed è sulla libertà che ci soffermiamo in questa breve riflessione; essere liberi diceva Gaber è “partecipazione”, non è “stare sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero”. Ma allora camminare da soli immersi nella natura non è libertà? Certamente si, quello che il grande cantautore ha sempre espresso nella sua poesia cantata era di ricordarsi della propria nascita libera e vitale. L’energia dell’individuo che si esprime non nel solipsistico soddisfacimento del proprio piacere, ma nella condivisione dell’esperienza umana. La compulsiva mania di postare i propri attimi di vita sui social media sta esponenzialmente incrementando questo atteggiamento egocentrista, ci sta trasformando sempre più in macchiette virtuali, un bel sorriso, una sistemata ai capelli e click, il selfie è servito, il mondo avvisato, io esisto.
Bene, questo è un fatto, noi esistiamo; ma la condivisione di cui abbiamo bisogno non è tanto quella smartphonistica, ma quella reale, tornare ad avere vicino qualcuno a cui chiedere: “fammi una foto per favore”. Rincrociare gli sguardi degli altri, il come mi vedono gli altri e accettarsi, meno proiezione immaginaria e più concreta esperienza sensoriale. Ed è così che ritornando a ciò che conferisce valore alla nostra esistenza possiamo annoverare gli “angoli di poesia“ tra le nostre priorità; piccole cose che spesso sfuggono ormai asfissiate dalle grandi vedute, paesaggi minimali, anche oggetti dimenticati e in disuso perenne. Si tratta di uno sguardo poetico sulla vita che, nella filosofia condivisa di Gaber, non ci deve imprigionare nella nostra bolla personalistica, ma ci può indicare una via per godere della vita e del nostro tempo.
Allora cerchiamo giornalmente di lavorare per il cambiamento di paradigma, verso una società evoluta, che abbia al centro le persone e non il denaro, che ci consenta di liberarci dalle nostre catene mentali e ci faccia ricercare la ricchezza della vita negli angoli di poesia. Buon viaggio a tutti e ricordatevi sempre che camminare combatte lo stress quotidiano!
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