Si! Finalmente una buona nuova sul fronte della biodiversità in generale e finalmente si contempla anche la biodiversità agricola dentro una legge dello Stato Italiano!
Di che si tratta?
Si tratta della legge 194 del 1/12/2015 finalmente approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 28 dell’ 11/12/2015 il cui scopo dichiarato nell’articolo 1 è preservare dal rischio di erosione del patrimonio genetico, o addirittura di estinzione, delle specie, delle varietà vegetali, delle razze animali, dei microrganismi del terreno e delle fermentazioni alimentari anche attraverso la tutela del territorio rurale, contribuendo a limitare i fenomeni di spopolamento e a preservare il territorio da fenomeni di inquinamento e perdita del patrimonio genetico.
Tra le innumerevoli cose previste in questa legge colpiscono in modo particolare alcuni aspetti.
Intanto si contempla la costituzione di una rete di operatori che si occupino della conservazione fisica di questa biodiversità e, udite udite, tra gli operatori sono contemplati anche i piccoli agricoltori, individuati come custodi della biodiversità agraria…. Non sembra quasi vero.
Altra cosa che non sembra vera tanto è bella è che per le specie e le varietà riconosciute a rischio e iscritte in una apposita anagrafe è vietato che queste possano essere protette da brevetto riguardo a sementi e materiale di propagazione e che agli agricoltori viene finalmente consentito di vendere direttamente questi semi e materiali di propagazione, con buona pace dei club della frutta e della Monsanto.
Che forse un po’ si inca…..voleranno, finalmente.
Ecco, l’ho detto, e con immensa gioia.
Senza nascondermi, e nascondervi, che il cammino per affrancare il contadino dall’essere il
mezzadro dell’industria alimentare sarà ancora lungo e in salita è bello poter dire che con questa legge un bel passo è stato fatto.
Un’appello ai consumatori, che tanto potere hanno senza sempre sapere di averlo, lo voglio fare: iniziate e continuate a chiedere di vedere i risultati di questa legge, di vedere in faccia gli agricoltori custodi, ma soprattutto di non vedere affogare questa opportunità nelle paludi bizantine della burocrazia.
Ve ne prego, più per voi che per noi.
Testo: Paolo Priotti
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