Quella tra alberi e uomo è un’amicizia di lunga data che a volte dimentichiamo di avere.
Quando camminiamo in un bosco, spesso lo facciamo inconsapevoli che tutto ciò che ci circonda è in realtà strettamente interconnesso con la nostra vita e che addirittura, ne è stato origine e sviluppo.
Contrariamente a quanto pensiamo, le piante erbacee, e successivamente gli alberi, nascono attuando un cambiamento dolce e senza scontri. In natura non tutti i cambiamenti avvengono con violenza e prevaricazione.
Gli alberi nascono circa 380 milioni di anni fa, grazie ad una sola pianta erbacea che per prima capisce che la via per il cambiamento non risiede nel tentativo di sottrarre spazio vitale alle vicine simili a lei, ma che forse la soluzione sta nel guardare in un’altra direzione: alzò lo sguardo e vide che sopra di lei c’era uno spazio potenzialmente infinito. Se solo fosse riuscita a sviluppare una struttura più resistente e in grado di supportarla nella sua crescita verticale, avrebbe potuto silenziosamente porre le basi per un cambiamento epocale davanti allo sguardo stupito delle sue vicine, ancora prese con l’incessante sgomitare per accaparrarsi l’ultimo lembo di terra rimasto libero.
La pianta innovatrice, dopo intensi sforzi riuscì a modificare le sue pareti cellulari trovando il modo di produrre lignina, un polimero in grado di conferire rigidità, di permettere la crescita verticale e di difendere la pianta dagli attacchi esterni, ma soprattutto di proteggerla dal nemico principale, il gelo.
Gli alberi iniziarono a prendere il posto delle piante erbacee e la Terra si coprì di foreste rigogliose che occupavano spazi sconfinati.
Grazie a queste immense distese di alberi, la quantità di CO2 in atmosfera si ridusse e aumentò contemporaneamente quella di ossigeno, portando quindi ad una mitigazione del clima che creò le condizioni favorevoli alla nascita della vita sulla Terra.
Eccoci arrivati al primo grande regalo che gli alberi ci fecero milioni di anni fa: la vita. Senza il consistente contributo degli alberi, oggi non saremmo al mondo. Infatti, è anche grazie a loro se la Terra è divenuta un luogo ospitale ed abitabile.
Oltre ad aver reso le temperature più miti, gli alberi hanno reso respirabile l’aria, immettendo nell’atmosfera ossigeno e trattenendo l’anidride carbonica.
Gli alberi hanno proseguito ad aiutare l’uomo in modo incondizionato ancora per milioni di anni, per esempio supportandoci dal punto di vista materiale nel nostro sviluppo umano e tecnologico. Ci hanno dato nutrimento, ci hanno fornito riparo, ci hanno dato la materia prima per accendere il fuoco, ci hanno permesso di costruire armi per difenderci dagli animali, ci hanno dato il mezzo principale con cui costruire le navi che ci hanno portato all’esplorazione per mari e ci hanno fornito una delle materie prime per costruire le nostre case.
Difficilmente ce ne rendiamo conto, ma gli alberi hanno contribuito, almeno in parte, a determinare ciò che siamo e ciò che abbiamo oggi.
E se gli alberi fossero un esempio di “effetto farfalla”? Con “effetto farfalla” s’intende la capacità di una piccola variazione iniziale di modificare gli eventi a lungo termine all’interno di un sistema.
La presenza degli alberi sulla Terra è stata dunque una delle tante variazioni intervenute sulla Terra, non determinante in modo assoluto poiché vi sono moltissimi altri fattori che hanno contribuito a favorire la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra, ma hanno fornito il loro contributo affinché l’uomo potesse vivere e crescere su una Terra rigogliosa e accogliente.
Gli alberi sono tra gli esseri viventi più forti e longevi sul nostro pianeta e custodiscono storie di un passato così profondo che per la nostra percezione è persino difficile immaginarlo. È proprio per questo che spesso riduciamo il loro ruolo a semplici produttori di ossigeno e immagazzinatori di carbonio, quando in realtà il loro contributo alla nostra vita è ben più vasto e antico nel tempo.
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