Quando le Marche incontrano un piccolo angolo del Piemonte. È quello che è successo a Bobbio Pellice all’arrivo di Daniele Buldorini, proprietario del panificio “La micca di Bobbio” nel piccolo paese della val Pellice.
Nel 2000, poco più che trentenne, Daniele lascia Treglia: «Sono venuto a Torino per motivi di cuore – racconta -. Mi sono fidanzato e volevo stare con la mia ragazza. Così ne ho approfittato per capire come si fa il pane in Piemonte». Vive nel capoluogo per sei anni spostandosi in vari panifici per scoprire i segreti del pane della regione.
Da ragazzo di campagna però la città gli sta stretta: adattarsi non è stato facile e appena è stato possibile ha deciso di spostarsi in una zona più tranquilla. «Ho sempre avuto una passione per la montagna e la voglia di provare a trasferirmi. Rispetto alla campagna marchigiana ci sono altri modi e tempi di vivere».
Figlio di panettieri, conosce il mestiere e i gusti della sua gente. I genitori e la sorella mandano ancora avanti l’attività di famiglia aperta nel 1967 e che quest’anno festeggia i suoi primi cinquant’anni.
Nella sua seconda vita in Piemonte scopre le differenze di gusto e abitudini: «Una cosa banale – spiega – è che da noi il pane è sciapo, mentre qui deve essere saporito. Poi anche tra la città e il paese di montagna ci sono differenze di gusto e di scelta».
I ritmi di Bobbio Pellice cambiano a seconda delle stagioni: in estate c’è più fermento, turisti, più clienti.
Si comincia presto e si va avanti tutta la notte, come una volta, perché il pane sia pronto al mattino, ad accompagnare il risveglio dei villeggianti. In inverno si impasta per le persone del posto: «Qui ci sono famiglie che mangiano anche due chili di pane al giorno – spiega – È un alimento fondamentale senza il quale non si riesce a pranzare o cenare. Con i turisti funzionano i tipi ai cereali o alla segale. I locali invece preferiscono il pane bianco, quello integrale lo hanno mangiato tutta una vita».
La forma che dà il nome al suo panificio è la micca, un pane di grosse dimensioni di farina 0 con lievito naturale e pasta madre fatta a mano.
Daniele prepara molti tipi diversi, con segale, farina di grano tenero e duro, grano saraceno, mais, semi di lino, zucca, girasole e sesamo.
Compra le varie farine e le mischia creando da solo le giuste miscele ed evitando così preparati che contengono prodotti chimici. Ha una passione anche per i dolci, soprattutto le torte di frutta che cucina a seconda della stagione e dei prodotti. Le crostate continua a farle con la tipica ricetta torinese, a mano.
Far parte di Monviso Piemonte per Daniele è l’occasione per fare rete, conoscere altre persone impegnate sul territorio e soprattutto produttori per realizzare, prima o poi, alcuni nuovi progetti: «Mi piacerebbe – ammette – acquistare i diversi tipi di grano il più possibile sul territorio o vicini e farli macinare dai mulini a pietra della zona.
Inoltre qui in passato si coltivava molto la segale, mentre ora lo fanno in pochi e solo come mangime per i polli. Sarebbe bello ridare vita a questa coltivazione e ricrearci attorno un’economia che comprenda anche il mio pane. Ora la mia priorità è investire su un forno a legna ma questo è un sogno nel cassetto».
Testo: Sara Perro
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