Il trekking Monviso o più comunemente Giro del Monviso parte decisamente prima del giorno in cui calzati gli scarponi si inizia la salita dei pendii che vi accedono dalle valli Pellice, la più lontana, Po e Varaita, le più prossime, dal versante italiano.
In primavera quando le nevi che ricoprono i monti lasciano spazio alla vegetazione e un manto verde, lentamente, colora il brullo segno dell’inverno, è in questo momento che il giro ha inizio.
Un progredire di immagini e suggestioni si accalcano nella mente, iniziano a farsi spazio l’idea del viaggio, del cammino verso le vette. In quest’onirica visione il Monviso è il ricorrente dominus, vuoi per la sua naturale prominenza orografica che lo rende il Vesulus delle Alpi Cozie, vuoi per la sua vicinanza con le grandi città del nord ovest dell’Italia; il remoto triangolo dell’industria italiana Torino, Milano e Genova, e quindi, per i loro abitanti, una meta alla portata.
Il Monviso e il suo territorio, meritano sicuramente l’attenzione del viaggiatore che in questo terre può soggiornare nelle pianure o basse valli prima dalla salita verso il Re di Pietra. Citiamo solo, prima di ritornare al nostro sogno, i luoghi da non perdere che meritano certamente una visita; Saluzzo, la bella del Marchesato, il castello FAI di Manta, l’abbazia Cistercense di Santa Maria di Staffarda, ma anche un punto di partenza per delle giornaliere tappe in Torino o nelle Langhe .
Pensare al trekking del Monviso può essere quindi l’occasione di un più consistente viaggio di conoscenza e approfondimento di questo angolo di Piemonte sud occidentale, dove la montagna, per la sua vicinanza con la pianura, permette di godere delle componenti d’entrambe; buona cucina e confortevole accoglienza con molteplicità dei tracciati escursionistici, un bel mix tra attività e relax. Ritornando però all’oggetto della nostra attenzione qualcuno si domanderà, ma al trekking del Monviso come ci si prepara?
Per ognuno di noi la preparazione fisica per un tour di 4 giorni in alta montagna con dislivelli giornalieri variabili intorno ai 500-1000 metri è differente, e quindi la prima cosa da dire è che una persona con una normale e quotidiana attività motoria, tipo camminare minimo per 1 ora al giorno, può pensare di progettare il giro di questa splendida montagna piemontese.
La seconda cosa da suggerire e che il mese precedente la partenza del tour del Viso è importante affiancare alle normali camminate qualche buona escursione in montagna, 600-700 metri di dislivello possono essere utili alla prova trekking, pensando di affrontare la gita portandoci sulle spalle il nostro zaino, possibilmente che simuli nel peso il necessario per il giro.
Escursioni guidate o da soli sono quindi fortemente consigliate per chi vuole verificare il proprio stato fisico per questo bellissimo viaggio in montagna. Ma cosa ci aspetta durante il cammino?
Abbiamo detto che la preparazione fisica è fondamentale, ma anche un approccio positivo lo è altrettanto; durante il trekking del Monviso può capitare di camminare ore nella nebbia, di prendere una buona dose di pioggia o di neve (e si anche d’estate a quasi 3000 m può nevicare), di non dormire nella camerata del rifugio, di non trovare il proprio cibo preferito, o di avere poca acqua per la doccia, ebbene si, fatica e sopportazione sono ingredienti da aggiungere a questa esperienza per godersela fino in fondo.
Un ultima domanda: ma che differenza c’è tra un giro di tre giorni ed uno di quattro? La risposta sta tutta nel grado di preparazione della persona che in tre giorni dev’essere decisamente più allenato, mentre con quattro giorni il tour si trasforma in un viaggio in montagna con dei piacevoli momenti in cui è possibile guardarsi intorno e godere della bellezza dei luoghi che si visita; noi ovviamente consigliamo sempre questa ultima soluzione così da ritornare a casa con un piacevole ricordo di questo splendido tour del Viso.
Bene, preparati per tempo nel fisico e nel morale, quindi prese le ferie o scappati di casa, verificate tutte le cose che ci servono nello zaino.
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