Eliski si, eliski no? Sembrano due pesi della stessa misura su una bilancia, per noi non è così, per noi è un reato ambientale ..
Iniziamo a far chiarezza sull’argomento lasciando parlare il racconto di Fabrizio Girardi, postato il 22 marzo scorso sul gruppo “Lo splendore dei monti e delle valli della provincia di Cuneo”, escursionista che si è visto sorvolare beatamente da questi simpatici amanti della montagna.
“Non so chi abbia ragione o torto, mi limito a raccontare la mia esperienza: domenica ero con mia moglie, nella mia amata valle Stura, mimetizzato in capanno per quello che è il nostro hobby, la fotografia naturalistica. Di cervi solo due, letteralmente in preda al panico (magari mi sbaglio io, erano solo di fretta!); a livello delle Barricate sei femmine di stambecco, gravide, che correvano in tutte le direzioni come se non sapessero dove andare (per la prima volta in quasi quarant’anni di montagna le ho viste respirare “a bocca aperta”, così come fanno abitualmente e fisiologicamente i camosci … ma forse non era segno di sfinimento, probabilmente stavano solo ammirando lo spettacolo!); delle aquile normalmente presenti in zona nemmeno l’ombra, quindi deduco abbiano fatto un giorno di digiuno (meglio .. aiuta a mantenersi in forma!).
Come sempre la valle Stura ha saputo regalarmi emozioni fortissime, peccato che questa volta non le possa “archiviare” tra quelle positive. Questa esperienza mi ha fatto tornare alla mente una frase “stupida”, “banale”, desueta e fuori da ogni logica al punto da suonare ormai assurda che la mia maestra delle elementari ripeteva in continuazione durante l’ora di educazione civica .. la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri“.
Bene Fabrizio ha concluso con una frase che dovrebbe essere il limite invalicabile di ogni azione umana, dove il rispetto di se stesso si concretizza attraverso quello degli altri, ma proseguiamo..
L’eliski è, lo chiariamo per i meno pratici, il trasferimento su cime montane di sciatori con un mezzo a motore, l’elicottero; normalmente raggiunte le vette e scaricato il suo bagaglio l’elicottero riprende quota e ridiscende a valle a caricare nuovi danarosi sciatori e così via fino alla fine della giostra.
Ma è tutto legale? In Italia, eccetto alcune località che lo hanno vietato, non esiste una regolamentazione, da anni si parla di una legge nazionale, ma ancora nulla si muove.
Quindi attualmente chi si muove in Italia, all’estero le cose sono diverse, con questo mezzo è in regola con la legge, ma con gli altri? Il continuo andare e tornare dell’elicottero nelle valli crea, oltre al citato spavento o terrore per la fauna, anche altri inconvenienti. Sicuramente l’assordante rumore non si accompagna con chi, sci o ciaspole ai piedi, risale lentamente i declivi per godere del silenzio o dei naturali rumori della natura, ma è forse dal punto di vista della sicurezza che si corre il rischio maggiore. Il Cipra, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, ci ricorda il potenziale rischio derivato dal possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall’azione degli sciatori depositati su pendii in quota, vette o crinali potenzialmente instabili, a cui aggiungere un ulteriore rischio dovuto all’impossibilità, per gli sciatori, di testare le condizioni della neve durante la salita ignorando così i pericoli insiti nelle condizioni del manto nevoso. Ma negli altri paesi europei l’eliski è legale? Citando il direttore del CIPRA, Francesco Pastorelli, “Le attività di eliski sono del tutto vietate in Germania, Slovenia e Liechtenstein. Anche in Francia vige un divieto generalizzato che però viene spesso aggirato depositando gli sciatori su creste.. oltre confine. In Austria è consentito unicamente nella regione dell’Arlberg con soltanto due destinazioni. In Svizzera la legge consente l’atterraggio su una quarantina di siti (la maggior parte dei quali situati nel Canton Vallese); è recente la notizia che la Confederazione starebbe per ridurre i voli nella zona del Monte Rosa (una delle più battute) in quanto considerato di pregio ambientale”. Tornando nel belpaese qualche tentativo di regolamentare l’eliski è stato fatto solo a livello locale: «In Italia – spiega il direttore di CIPRA – è vietato sul territorio delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Recentemente è stato trovato un accordo tra Mountain Wilderness e la società delle funivie della Marmolada (Veneto) che fa cessare l’attività di eliski in quella zona. E’ regolamentato in Valle d’Aosta dove i voli, pur essendo concentrati in quattro località, interessano tutte le valli laterali ad eccezione del Gran Paradiso in quanto Parco Nazionale. Deregulation totale nelle altre regioni, sia nelle Alpi che negli Appennini».
Ma quanto introito porta l’eliski nelle economie montane? Considerati i costi esorbitanti si può ben comprendere come questa attività “sportiva” sia alla portata di pochi danarosi escursionisti e quindi di scarso o nullo impatto per le economie montane; portano beneficio a poche persone, recando, come abbiamo visto, notevoli problemi a molti. Da questa constatazione sorprende che, tra i sostenitori di questa pratica egocentrica, ci siano diverse guide alpine che fraintendono il loro ruolo e che dovrebbero essere i custodi del territorio, capaci di preservarlo e di esserne i difensori. Quindi auspichiamo che anche nelle valli del Monviso con l’aiuto del nuovo Parco e in funzione del riconoscimento MABUnesco del territorio, si vieti finalmente l’eliski.
Più che vietarlo a priori sarebbe bene regolamentarlo una volta per tutte. Per la sicurezza di tutti.
“La montagna è di tutti…. finché fai quello che piace a me!”
Non capisco perché vietare a priori l’eliski, sinceramente sarebbe molto meglio regolarlo e limitarlo a certi siti sicuri e basta. Se vogliamo guardare al disturbo della fauna, anche i normali sciatori alpini danno fastidio!!
ciao Luca, se vogliamo fermare l’aumento delle emissioni e quindi il concreto aumento della temperatura del pianeta, ovvero causare cambiamenti climatici irreversibili e deleteri per il nostro modo di vivere è necessario un cambiamento delle abitudini. l’eliski è uno dei tanti esempi per iniziare a cambiare…
No, è solo un esempio che dà fastidio a voi e basta.
Vogliamo diminuire le emissioni? Ci sono milioni di persone che prendono l’auto per fare 500 metri di strada. Milioni che vanno a lavorare nello stesso posto in auto da soli, che invece potrebbero dividere la macchina con altri 4 colleghi.
Capisco che non vi possa piacere l’eliski ma non credo che quella delle emissioni sia l’argomentazione più utile da usare.
Sinceramente se regolamentato, in siti sicuri e determinati, può essere uno sport bellissimo.
Capisco che anche i prezzi possano dare fastidio, ma nessuno vieta la formula 1 perchè non tutti possono permettersi le auto e perchè inquina!
Concordo perfettamente con il fatto che andare in montagna per stare in pace e trovarsi l’elicottero sulla testa fa decisamente arrabbiare, ma se si scegliessero tot siti in cui permettere questo sport, con le dovute precauzioni, perchè no? i camminatori se ne starebbero alla larga e basta.
“Stare alla larga” un interessante punto di vista Luca, allora per 4 benestanti spendaccioni (o nababbi) le persone comuni si astengono dal frequentare la montagna prescelta e gli animali si trasferiscono, ci sembra un’ottima soluzione in linea con il roseo futuro che ci attende.