Luca e Paola si sono incontrati in India, sia uno che l’altra erano viaggiatori, Paola dell’India e Luca dell’Asia (Pakistan, Cina, alta via del Karakorum). I due si conoscono, si amano e in seguito nasce Gaia: «L’idea iniziale era che nostra figlia dovesse nascere in India ma poi io ho insistito per mettere radici qua – racconta Luca Ferrero Regis – perché partire, andare via e non avere nulla, con una figlia non mi piaceva e quindi abbiamo scelto di fare una nostra India in Piemonte». “Qua” sta per la Val Pellice, a Casa Payer, un bed and breakfast immerso nel bosco: «Più che un’attività per noi è stata una scelta di vita, o meglio, una scelta di vita che poi è diventata anche un’attività. Abbiamo deciso di fare esattamente il contrario di quello che facevamo viaggiando: se una volta venivamo ospitati, adesso abbiamo deciso di ospitare noi; quello che facevano nei nostri confronti abbiamo iniziato a farlo per gli altri». L’altra cosa che accumuna Luca e Paola è la scelta vegetariana: lo sono da più di 30 anni e Gaia lo è dalla nascita. Partendo da questi valori la coppia inizia una lunga ricerca, durata tre anni e mezzo, per trovare un luogo con il quale essere in sintonia. Quello che scoprono è una casa antichissima: «Quando l’abbiamo vista, la prima volta, c’erano ancora i cani dell’ex padrone dentro e la cascina era completamente avvolta dalla vegetazione, dai rampicanti e dalle felci; è stato un po’ come scoprire una rovina antica e questo ha avuto su di noi un grande fascino». Casa Payer non è stata toccata da
una goccia di cemento: «Siamo convinti che nella nostra epoca sia importante recuperare e non costruire, dato che a forza di asfaltare abbiamo impermeabilizzato quasi tutta la crosta terrestre». Luca è anche un appassionato di bio edilizia per cui la scoperta che questa casa potrà tornare un giorno alla terra esattamente come ne è uscita, lo rende particolarmente orgoglioso: «Non c’è nulla di meglio di una casa che è stata costruita con le pietre che sono state tirate fuori dal suolo per bonificarlo e poterlo poi coltivare; allorché questa casa non avrà più ragione d’esistere, crollerà o sarà distrutta, tornerà nel suolo, come da principio». Un rilievo per avere il disegno preciso della casa, legname della val Pellice, isolanti vegetali, una grossa ricerca ecosostenibile insomma: «L’intonaco è calce naturale comprata da un antico calcificio, abbiamo fatto una ricerca sui produttori di materiali ecologici della zona per non farli arrivare da lontano e abbiamo seguito i muri senza fare spigoli per non snaturare la casa». A Casa Payer per colazione si servono prodotti locali, biologici, del commercio equo e si utilizzano detergenti ovviamente biologici e “vegan ok” , in modo da essere sicuri che non siano stati testati sugli animali. «La nostra attrattiva turistica è quella di aver iniziato facendo il pane, un amico ci aveva insegnato a farlo con la pasta madre e ce ne aveva anche donato una parte che in seguito ho scoperto provenire in parte dalla Sardegna e in parte dall’Andalusia. Noi usiamo ancora adesso questa pasta madre per fare il nostro pane e proponiamo l’attività anche ai nostri ospiti». Il sabato s’impasta la pizza, si cuoce nel forno a legna e poi si cena assieme. Il resto è libertà di esplorare e godersela: «La mia idea è sempre stata quella di consigliare ai nostri ospiti di far la pace con la natura; se vuoi entrare in contatto con la natura, devi staccarti dai tuoi legami indotti, molto forti, dalla città o dal paese; ad esempio, se vai a fare una camminata non devi per forza arrivare a una vetta ma puoi anche farti una passeggiata guardandoti attorno, puoi metterti a fare delle fascine nel bosco e così entri in contatto con le energie della natura e questo è un po’ il senso della nostra casa: quello di soggiornare in un bosco e anche se c’è solo un chilometro di strada da lì al primo asfalto è proprio quel chilometro che ti permette di staccarti dalla
città». L’abitazione prevede dei minialloggi con angolo cottura e viene chiesto agli ospiti di non consumare carne all’interno della casa: «Per differenziarci veramente e dare la possibilità di fare qualcosa di diverso, abbiamo messo delle regole al fine di porsi delle domande: “Nel pianeta vengono uccisi ogni anno 9 miliardi di animali, è normale questa cosa?”. Essere vegetariani non è solo il non voler far violenza sugli animali, non nutrirsi di carne perché fa male, è un modo diverso di vedere le cose del mondo, di percepirlo, ed è proprio di questo che vorremmo parlare con i nostri ospiti». Luca e Paola hanno aderito a Monviso Piemonte perché ritengono importante fare un lavoro sul territorio: «Marco Gattinoni è un sognatore come me, si dedica completamente a cose a cui la maggioranza delle persone non dà la minima importanza; in Monviso Piemonte vedo la voglia di portare avanti un progetto, a mio parere, necessario anche se piccolo, di nicchia. Marco crede nel suo territorio e ce la sta mettendo tutta per sensibilizzare sia i turisti sia le persone del posto per promuovere un turismo sostenibile: ora abbiamo voglia che le cose cambino».
Testo: Annissa Defilippi
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