Perso in quelle fantasticherie, il gigante si stava quasi addormentando, quando udì un verso che lo fece trasalire. Si voltò di scatto a guardare verso occidente e vide l’aquila volare in grandi cerchi sopra le praterie piene di sole, a caccia di lepri e pernici, perché le marmotte ormai si erano già tutte rintanate.
“Stupida bestia – pensò il gigante irritato – Stupida, stupida gallina”.
Guai se l’aquila lo avesse sentito: si sarebbe offesa a morte, altezzosa com’era. Eppure il re di pietra non aveva proprio potuto soffocare quel commento adirato. Perché l’aquila aveva gridato così? Per un attimo aveva scambiato il suo grido miagolante con il pianto di un bambino e un brivido era salito dalle sue radici, ancorate nella profondità insondabile della terra, fino al suo capo.
Il pianto di un bambino: da quanto tempo non lo sentiva? Erano anni, forse secoli, forse millenni. Lui era un gigante di pietra e, anche se era un re, non sapeva calcolare lo scorrere di giorni che gli parevano sempre tutti uguali, nonostante il mutare delle stagioni e dei venti. Eppure c’era stato un tempo lontano, che ora gli sembrava brevissimo quanto intenso, in cui gli uomini portavano i bambini fino ai suoi piedi e addirittura alcuni ardimentosi li facevano arrampicare su di lui. Gli facevano un poco il solletico, tutti quegli uomini, donne e bambini, ma con il tempo aveva imparato a sopportarli. Gli ultimi che aveva visto usavano automobili, indossavano vestiti multicolori, erano numerosi e chiassosi. Venivano addirittura con gli elicotteri a volteggiare intorno alle sue pareti e quella, ad essere sincero, era una cosa che non gli piaceva. Ma ora rimpiangeva quel rumore che gli aveva dato tanto fastidio e che faceva impazzire gli animali che su di lui avevano la loro casa. Per il resto, però, gli uomini gli erano simpatici.
Tratto da: Silvia Bonino, La leggenda del re di pietra, Araba Fenice, Cuneo, 2013, pp.11-12.
Opera coperta dai diritti di autore; ogni riproduzione deve contenere la citazione completa dell’autore e del testo.
Lascia un commento