oggi sali in solitaria
per leggere le nuvole
ascoltare i tuoi piedi
verso una sfuggente meta
in attesa d’impercettibili variazioni sul tema
si calzano gli scarponi
e s’inizia il cammino
dentro un’aria di ghiaccio
che s’incunea nei reni
manco fosse shampoo alla vaniglia
è così, è questo l’andare
l’adagio che si misura col respiro
un sole che non scalda s’impigrisce
dietro più rapaci coltri
e la salita è rapida
a tratti leggera
come un esercizio
come una preghiera
rari gl’incontri
le parole son nebbia
poi quando il freddo diventa inverno
il colle appare incastonato in
gigantesche famiglie di nembi
si capisce subito
che la tregua sarà breve
i nervi tremano per lo sforzo
placati da caldi sorsi di tè
stratificato il corpo
vorrebbe adagiarsi nell’immenso
ma lo riporto sui suoi passi
come un cane al guinzaglio
discesa misera pietraia
le prime fragorose risa degli dei
arrivano potenti nell’animo
dando il via alla danza
d’acqua e d’ombre
segno che le presenze
sono concretissime
e infine ritorni
dove tutto ha avuto inizio
e il tuo spirito ha sentito
la potenza dei silenzi
il fragore degli addii
Testo e immagine: Marco Gattinoni
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