Citando il celebre titolo del film di Totò (Siamo uomini o caporali?) che esplorava l’umanità dividendola nelle due categorie degli uomini e dei caporali, un senso di inquietudine e di epidermico allarme emerge dopo la dettagliata puntata di Presa Diretta trasmessa il 5 settembre, che sposta l’attenzione sui nostri futuri alter ego: i robot.
Si perché alla domanda iniziale scopriamo che il programma di Iacona ci mostra una serie di casi sul nostro possibile futuro che pone alti e difficili interrogativi.
Partendo dai lavori a basso contenuto di conoscenza (operai generici, autisti, facchini, archivisti, gestione merci), che sono da tempo oggetto di soppressione, la progressione delle immagini ci porta a fare i conti con un impetuoso sviluppo tecnologico e con la sua nuova frontiera della quarta rivoluzione industriale: quella delle intelligenze artificiali. Il servizio passa dai tir con pilota automatico che sfrecciano in prova sulle autostrade tedesche, alle corsie d’ospedale, anche italiane, dove carrelli si muovono con assoluta autonomia, e poi ancora alle merci di Amazon movimentate da robot all’interno di un magazzino-città in cui gli uomini sono delle comparse. Ma fin qui nulla di sostanzialmente innovativo, da sempre l’industria, o meglio il capitalista, cerca di diminuire la presenza umana all’interno del suo business e questo non per buonismo disinteressato. Ma se per decenni nei paesi occidentali si era assistito alla crescita della produttività, legata anche all’introduzione della prima automazione, affiancata da quella dell’occupazione, riciclata via via dal settore terziario, oggi le due variabili viaggiano su rotte opposte ed è questo il primo punto posto dall’inchiesta: se l’automazione di sposta in tutti i settori della produzione cosa farà l’uomo di domani? Non è necessario pensare ad una nuova organizzazione sociale? Intervengono nel ragionamento anche alcuni studiosi della materia e la risposta che ne scaturisce è il reddito di cittadinanza, proposto per tutti senza alcuna verifica di requisiti, una sorta di diritto alla nascita. Sicuramente in un mondo dove le macchine provvedono alla maggior parte delle incombenze, dove l’uomo si avvicina alla libertà dal lavoro questa soluzione è sicuramente da mettere al centro della discussione e in questo servizio sono anche i capitalisti più illuminati che lo chiedono; sarà che un mondo di senza lavoro può essere insicuro anche per loro e senza acquirenti delle immense merce è controproducente? Certo il reddito di cittadinanza si pone come soluzione per contenere il problema della disoccupazione globale, però attenzione a non pensarlo come una mancetta per nullafacenti o peggio ad una droga per ammansire le masse; ricordiamoci sempre che è il lavoro che da dignità all’uomo, il sentirsi utile alla collettività che ne determina il senso sociale.
Ma continuando la visione del programma altre incognite si affacciano.. Presa Diretta ci racconta dei progetti più avanzati legati allo sviluppo esperienziale delle intelligenze artificiali, scopriamo così che ci sono algoritmi che consentono alle piattaforme informatiche non solo di incamerare una mole immensa di dati, e qui la caccia al sapere mondiale delle corporation, ma anche di auto-apprendere, di formarsi un idea, una competenza.. forse anche una personalità.
Ed eccoci piombati in pieno nel sogno di Frankenstein, costruire un uomo automa. Ma allora altre più importanti domande ci arrivano alla mente: fino a che punto i robot del futuro saranno in grado di prendere decisioni autonome? Saranno al comando di qualcuno o risponderanno a criteri di democraticità?
Naturalmente si colgono anche gli aspetti positivi dello sviluppo di queste macchine che possono rappresentare degli ottimi coadiuvanti degli uomini, nel video si colgono i casi reali di consulenti commerciali, di studi di avvocati, addirittura di medici oncologici e come non pensare al loro utilizzo nelle situazioni di pericolo al posto dell’uomo.
Ma altre domande sorgono spontanee: quando li avremo dotati della nostra sensibilità li potremmo sempre considerare macchine? E il robot bambola sexy pronto a ogni tuo desiderio rientra in questa visione etica? E i droni e i mercenari del futuro?
E se alla fine anche loro acquisiranno quello che è l’elemento imprescindibile dell’uomo, il senso critico, così da essere realmente liberi di decidere, potranno pensare che il loro creatore sia inutile? Potranno pensare di farne a meno?
In attesa di qualche risposta auguriamoci che il Meniconi, della vecchia pellicola, non si trasformi in un robot tutto lucido e sorridente.
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