Ma la scomparsa dei ghiacciai che cosa a che vedere con l’aria condizionata? Prendiamo il problema alla larga… Caldo, caldo e ancora caldo, questa estate 2017 sarà ricordata come una delle più calienti da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1880, grazie a una primavera da record con un’anomalia di +1,9 gradi sull’italica plaga. Ormai da tempo simili accadimenti si susseguono tanto da considerare un quinto della superficie dell’Italia a rischio desertificazione. Stando ai dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Sicilia è la regione con il maggior rischio desertificazione, addirittura il 70% del territorio minacciato da insufficienza idrica; seguono poi Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%) e poi Sardegna, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria e Campania con percentuali variabili tra il 30% ed il 50% di territorio a rischio. Le temperature elevate e la persistente siccità hanno spinto numerose Regioni ha chiedere lo stato di emergenza per carenza idrica. In questo contesto climatico sono stati numerosi gli allarmi incendi che hanno visto in aumento gli interventi della flotta antincendio di Stato. Anche sulle alte vette gli effetti dell’aumento della temperatura si fanno sentire in maniera importante con la rapida diminuzione dei ghiacciai. Secondo i dati del Comitato Glaciologico Nazionale, la superficie dei ghiacciai in Italia risulta ridotta del 30%, ossia 159 kmq, contribuendo a rendere più instabile il terreno e elevando il rischio di imponenti frane, oltre a ridurre in maniera importante le riserve di acqua potabile. Tutti questi fenomeni sono gli effetti del tanto vituperato e negato cambiamento climatico a cui dovrebbe fare seguito
una determinata azione dei governi del mondo che sembrano sempre e solo preoccupati del rallentamento del PIL. Sicuramente anche una maggiore consapevolezza collettiva aiuterebbe alla bisogna; in che maniera?
Torniamo al caldo, con tutti noi a sbuffare e cercare refrigerio dalla calura e ormai troppo “moderni” per cercare sollievo con i mezzi consueti; tutti alla ricerca spasmodica dell’aria condizionata, sia a lavoro, sia sui mezzi di trasporto, sia a casa, ma quanta energia serve? E per produrre tutta questa energia non aumentiamo l’emissione di CO2 in atmosfera contribuendo all’aumento dell’effetto serra e all’innalzamento della temperatura? E l’aumento della temperatura globale non contribuisce alla scomparsa dei ghiacciai? Ecco la risposta alla nostra domanda iniziale.
Inoltre l’utilizzo spesso esagerato dell’aria condizionata, che ci espone a sbalzi di temperatura elevati, genera malattie dell’apparato respiratorio tipicamente invernali come raffreddore, mal di gola e febbre anche durante la stagione estiva. Insomma pensando alla salute propria e a quella del nostro piccolo mondo sarebbe utile utilizzare meno l’aria condizionata e armati di “storica” pazienza utilizzare sistemi a minor impatto e poi sudare… senza vergogna, siamo esseri umani.
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