Il Quattrocento in Piemonte è un periodo di grande interesse per l’architettura in quanto si consolida lo straordinario patrimonio dell’epoca medievale legato a una tradizione di conoscenze tecniche e di manodopera, ma si introducono, a partire dagli anni Novanta del secolo, anche i nuovi temi propri del costruire “all’antica”.
In questo il marchesato di Saluzzo costituisce uno dei principati maggiormente ricettivi, pronto ad accogliere sia maestranze specializzate e aggiornate sugli aspetti del gotico internazionale sia i protagonisti della cultura rinascimentale provenienti dalle aree lombarda e ligure.
Tra i mecenati maggiormente presenti nel Quattrocento nel nord Italia, i Saluzzo, pur nella esiguità territoriale del marchesato rispetto al panorama politico italiano, rivestono un ruolo predominante, che si può confrontare con i signori dei principati territoriali del centro nord della penisola (dagli Sforza agli Este, dai Gonzaga ai Pio) e con i nobili francesi, dialogando con i confinanti Savoia e Monferrato, avendo una politica comune di mecenatismo artistico rivolta ai principali centri urbani.
“L’internazionalità” di alcune scelte operate dai marchesi di Saluzzo (Ludovico I, II e Margherita di Foix) denota una specifica conoscenza dei cantieri aperti nelle altre corti signorili del Quattrocento. Il filo dei modelli architettonici si dipana tra le regioni “politiche” e artistiche italiane e francesi (del centro e del sud, in particolare): il percorso di individuazione degli archetipi maggiormente seguiti dai principi e dalla corte ha portato a rivedere ed aggiornare alcune delle interpretazioni storiografiche consolidate delineando nuovi itinerari di lettura e di ricerca.
Il patrimonio edilizio analizzato attraverso le sue componenti, cantiere-committenza-maestranze, è un indicatore per lo studio dei fenomeni sociali, di un complesso sistema di relazioni stratificate; è il prodotto di un cantiere che innesca una serie di variabili infinite per una società, dalla richiesta di manodopera e di tecnici specializzati (architetti-scultori e mastri lapicidi), al valore economico degli spazi in un tessuto urbano o in quello generato dall’estrazione di materiali.
Il volume si rivolge ad un ampio pubblico perché attraverso strumenti di lettura precisi consente di rileggere episodi significativi della cultura artistica saluzzese nell’articolato quadro del milieu culturale del Quattrocento.
Testo: Silvia Beltramo
collana “I libri di Viella. Arte” editore Viella Roma
In libreria da dicembre
http://www.viella.it/libro/9788867284528
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