Paesaggio storico e patrimonio culturale delle valli del Monviso

Ai diversi aspetti del paesaggio storico e culturale delle valli del Monviso è legata questa rubrica che accoglie riflessioni sul nostro patrimonio, sulla sua continua modifica, spesso poco sostenibile (dal punto di vista storico, estetico, economico, ambientale….) e sulla sua conservazione. Evoluzione che oggi ci tramanda un paesaggio antropizzato dalle colture estensive della frutta che si notano percorrendo la pianura saluzzese, oppure quello degli insediamenti produttivi dell’età moderna come il sistema delle cascine a corte sul territorio agricolo, o ancora il paesaggio monastico medievale definito dalle prime comunità religiose che si insediarono su questo territorio, e ancora oggi in parte conservato e molti altri ancora…
Spesso gli spunti per gli articoli pubblicati nascono durante le passeggiate organizzate da Monviso Piemonte, dal dialogo e dalle riflessioni comuni con chi partecipa e spesso osserva con occhi da spettatore esterno il territorio e ne percepisce la bellezza, il suo uso, e impara a conoscerlo attraverso le persone che lo abitano e lo frequentano.
Il patrimonio culturale e paesaggistico, attraverso i segni distintivi che la storia ha sedimentato, si caratterizza sempre più quale espressione delle identità locali e una valorizzazione integrata territoriale, basata sulla preservazione dei valori e delle risorse patrimoniali tangibili ed intangibili, diventa la strategia più efficace e sostenibile quale supporto dello sviluppo economico delle comunità.
Facciamo, dunque, diventare anche attraverso queste riflessioni il paesaggio una forza attiva e dinamica, di sviluppo del territorio e della comunità, l’estrema risorsa che l’intera comunità è chiamata a investigare per la ricerca comune di obiettivi per il futuro: di conoscenza, di economia rispettosa, di sviluppo sociale, di benessere costruttivo, di sostenibilità e di coesione.
E quindi visto che in questa rubrica parliamo di bellezza e di salvaguardia del paesaggio, mi piacerebbe ricordare una frase di Beppino Impastato, e prenderla come mantra per il Paesaggio storico e patrimonio culturale delle valli del Monviso
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”
(Peppino Impastato, http://www.peppinoimpastato.com/bibliografia.htm)
Silvia Beltramo