Non conoscendo il vostro livello, parto dal ripasso delle regole base della fotografia. Girando in rete si trovano molti articoli che spiegano “il triangolo dell’esposizione“, primo step da capire per scattare correttamente.
I parametri da considerare sono ISO, tempo di scatto e diaframma; non starò qui a farti la spiegazione teorica su cosa significano queste tre variabili (se interessato cerca su Google triangolo dell’esposizione o partecipa al nostro workshop sull’introduzione alla fotografia) perché preferisco andare subito sul pratico e quindi ti condivido questa immagine che riassume la funzione dei parametri senza usare una parola.
Come puoi vedere i tre elementi sono espressi sulla sinistra: ISO, Shutter (tempo) e Aperture (diaframma); ormai anche quasi tutte le compatte ti permettono di settarli manualmente, così da avere maggior possibilità di manovra.
Alcuni esempi:
- chiudo il diaframma fino a f.32: ho tutto a fuoco, ideale per foto di paesaggio.
- apro il diaframma a f.2,8: ho a fuoco il soggetto in primo piano, consigliato per i ritratti.
- imposto il tempo a 1/1000: ottengo un congelamento dei movimenti, ottimo per sport o animali.
Bisogna, però, stare attenti a bilanciare i tre elementi; la fotocamera segnala con un cursore quando la foto è esposta correttamente e si può ottenere lo stesso risultato combinando i parametri in modo differente, mi spiego:
É una giornata di sole e decido di fare una foto al mio cane che corre.
- imposto la fotocamera con: f.16; tempo 1/50; Iso 100
Il risultato è che avrò tutta la foto a fuoco, tranne il cane che corre, perché 1/50 di tempo non sono sufficienti per “congelare il movimento”… in questo caso la mia foto è sbagliata. - se imposto la fotocamera con: f.3.5; tempo 1/800; Iso 200
Otterrò uno sfondo leggermente sfocato e il cane sarà perfettamente a fuoco… ecco che il mio scatto è riuscito.
Finisco facendo un accenno all’ISO del quale non ho parlato; è il valore da toccare solo quando diaframma e tempo non mi permettono più manovre. Questo perché se alzo gli ISO, come vedete dall’immagine, la foto avrà una fastidiosa grana che viene detta rumore; in post-produzione questo “problema” si può parzialmente risolvere, ma questo è un altro discorso…
Testo: Luciano Fochi
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