Il Piemonte è in piena emergenza incendi, la val Susa è in fiamme così come la val Stura e varie altre zone con focolai di minore intensità, ma, considerata la siccità e le previsioni meteorologiche, non c’è da sperar bene per i prossimi giorni. Anche negli ultimi mesi dell’anno il 2017 si sta dimostrando come un anno particolarmente “caldo”, con una primavera bollente e un’estate torrida a cui sta facendo seguito un autunno arido. Basta fare una semplice camminata nei boschi per cogliere questa impressionante anomalia; da subito la presenza massiccia di insetti, zanzare tigre e la fastidiosa mosca del cervo per tutti, e poi l’assenza dei tipici profumi dell’autunno. La polvere che ammanta tutto ai margini delle strade sterrate e che si alza anche al semplice passaggio degli escursionisti sui sentieri, questo è lo spettacolo dell’autunno 2017. Uno scenario desolante e deprimente che si sta trasformando in qualcosa di ancora più inquietante e decisamente pericoloso, in emergenza incendi. L’enorme siccità del suolo favorisce l’innesco dei roghi che non avviene quasi mai per cause naturali, sono i soliti comportamenti dell’uomo, dolosi o irresponsabili, a scatenarne la furia. E non è sensazionalismo, un incendio, forse al pari di un alluvione, è qualcosa che mette in serio pericolo la vita di uomini e animali in intere aree territoriali, con il rischio di azzerare habitat complessi e di difficile equilibrio. Un equilibrio di molto compromesso dallo spopolamento del territorio da parte di quella civiltà contadina che per millenni lo ha plasmato e abitato e che dal dopoguerra si è dissolta lasciando i pascoli o i campi trasformarsi in estesi incolti potenziali amplificatori dell’effetto dannoso degli incendi boschivi. E’ pensare che la media delle precipitazioni dal 1991 al 2005 in Piemonte era pari a 5922 millimetri, mentre negli ultimi anni dal 2012 al 2016 le precipitazioni sono state in media superiori del 130% con una punta del 215% nel 2014, anno alluvionale. Insomma si conferma la tendenza dell’aumento delle piogge e delle temperature medie annue, e al tempo stesso l’aumento di fenomeni più intensi e violenti. Il clima cambia i ghiacciai si sciolgono e le nostre regioni da temperate stanno vivendo trasformazioni forse equatoriali? Sul come procedere in questa situazione utili sono le riflessioni di molti pensatori e autorevoli studiosi di meteorologia (uno per tutti il nostro Valsusino Luca Mercalli). Dunque nulla di nuovo dunque sotto al sole, cocente, di quest’autunno di emergenza incendi in Piemonte, solo che al posto di buttare via miliardi in grandi opere, vedi l’illusorio progetto TAV/TAC della val Susa, forse sarebbe opportuno ripensare alla gestione del territorio, incentivando una politica di reinserimento abitativo e di tutela di boschi, strade e sentieri; ricordiamoci che i primi a sorvegliare e difendere la montagna sono le persone che la abitano.
Infine ricordiamo che la Regione Piemonte ha determinato l’apertura dello STATO DI MASSIMA PERICOLOSITÀ PER INCENDI BOSCHIVI e sono vietate le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio; in particolare, è vietato accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare motori, fornelli o inceneritori che producano faville o brace, accendere fuochi d’artificio, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio. In attesa delle piogge prestiamo massima attenzione e segnaliamo subito eventuali avvistamenti di focolai al 112 o al 1515.
Fotografia di copertina: Flavio Cappellano
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