Al 1028 risale la prima attestazione di una corte e di un castello, sotto il controllo patrimoniale prima dei marchesi arduinici di Torino, poi dei marchesi del Vasto e di Saluzzo. Il castello era posizionato sulla collina a ridosso della chiesa di San Lorenzo, con un dislivello dalla pianura di circa 150 metri. Della primitiva struttura fortificata saluzzese resta ben poco, alcuni ruderi segnalati da studiosi in passato, ma per il momento non rintracciati, e il toponimo nella denominazione di Castel Soprano o Soà riscontrabile ancora nella cartografia ufficiale. La corte incastellata ha sicuramente costituito un’attrazione forte verso la popolazione della zona, con la conseguente formazione di un villaggio e, in seguito, la costituzione della pieve, che assunse funzioni sempre più importanti per la piccola comunità. Un edificio religioso era attestato nei pressi del castello dal 1198; nel 1203 la cappella del castello veniva ricordata con la dedica a San Siro. Dal 1192, compare anche un’altra chiesa dedicata a San Lorenzo, per la fabbricazione della quale Alasia, moglie del marchese Manfredo II, acquistò il terreno necessario. L’assedio del 1363, inflitto a Saluzzo dalle truppe di Amedeo IV di Savoia, causò danni irreparabili al castello superiore, così come ricordò Della Chiesa: “ogny giorno se gittava più de trecnto colpi dy brichole, trabuchi e troye e bombarde, talmente che il castello era così distrutto che nissuno poteva più abitare dentro. Et ogny cossa che si troaua fory la terra fu brusata”. Da questo momento inizia il declino del castello, anche a seguito della decisione di Tommaso I, degli anni Settanta del XIII secolo, di realizzare un nuovo castello a ridosso del borgo, nella parte superiore della platea. La costruzione di questo nuovo castello sembra potersi ritenere conclusa nel penultimo decennio del XIII secolo, poiché nel 1283 un atto venne concluso in castro superiori Salutiarum, mentre l’anno seguente una vendita di decime avvenne in castro vetere Saluciarum. La conferma di un nuovo castello a Saluzzo è fornita da un documento rogato in castro novo Salutiarum, collocato più in basso, vicino al borgo, come ricorda un atto del 1314, che lo definisce castro inferiori Salutiarum. Nonostante la nascita del nuovo castello, ancora per almeno una trentina di anni, fino alla fine del secolo, i marchesi continuano ad utilizzare il castro superiori.
Testo di Silvia Beltramo
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