La gastronomia della val Pellice, e più in generale delle valli valdesi, è stata influenzata dalle vicissitudini storiche della piccola realtà religiosa. Costretti a vivere in zone montuose e in condizioni di estrema povertà, i valdesi hanno affinato nel corso del tempo le tecniche culinarie e i modi di nutrirsi. La cucina valdese è infatti caratterizzata dallo sfruttamento di tutti gli alimenti a disposizione: dalle piccole bacche alle erbe spontanee, dal recupero del siero della lavorazione del latte, dal quale si ottengono due formaggi tipici come il saras e la jouncâ, alla confezione di salumi particolari, come la mustardela, un insaccato che prevede l’utilizzo di tutte le parti meno nobili del maiale. Il piatto sicuramente più noto della cucina valdese è la cosidetta Supa Barbetta, una zuppa a base di pane raffermo, brodo di carne, formaggio e spezie. Un tempo era preparata soprattutto nei giorni di festa, nelle ricorrenze e nei momenti in cui le famiglie si ritrovavano per lavorare insieme nei campi.
Grazie agli intensi contatti e scambi con le grandi culture europee i valdesi hanno inoltre assorbito alcune abitudini alimentari estere, come il rito tipicamente anglosassone del tè a metà pomeriggio.
La cucina è tuttora legata alla cultura delle tradizioni valligiane, e racchiude nelle sue specialità il rispetto per le stagioni e per la natura. I ristoratori delle valli valdesi propongono piatti legati alla memoria contadina e montana, con l’utilizzo di prodotti da agricoltura e allevamenti locali. Tra gli antipasti tipici di questi luoghi ci sono le plandre, frittelle realizzate con varie qualità di fiori (zucca, salvia, menta, borragine), i capounet, involtini di foglie di cavolo e la frittata di patate lou tourtel. Tra i primi piatti, la regina della tradizione valdese, la supa barbetta, nelle sue varie varianti, la polenta dousa e le tradizionali calhiettes (è della val Germanasca) fatte con patate grattugiate, salsiccia cotta nel latte e cipolle. Tra le carni sono apprezzati lo stracotto di montone, cucinato con le erbe di montagna, e il maiale al sidro. I dolci utilizzano come principali materie prime le castagne, che ricorrono in torte o altre preparazioni stagionali, e i fiori come quelli di acacia e sambuco che servono per preparare i frichoulin, tipiche frittelle addolcite dal miele.
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