A volte il cielo è così bello che non staccherei mai gli occhi da esso. Per i suoi colori, la sua luce, le sue nuvole. Oppure per tutte queste cose messe insieme.
A volte il cielo sembra davvero infinito, e pare avvolgere in un abbraccio la terra sotto di lui, e l’orizzonte si sfuma in questo gesto di amore fra i due, facendomi desiderare di essere realmente parte di entrambi. Allora puntello saldamente i piedi al suolo e protendo le braccia verso il cielo, quasi a voler catturare le nuvole per sentire quanto sono soffici, e lascio che l’aria mi accarezzi e che il sole mi baci, ed è una sensazione bellissima.
A volte il cielo è talmente affascinante da rubare il palcoscenico alla luna piena, quando lei arriva mentre il sole se ne va.
E proprio questo è successo a Pian Munè, in un tardo pomeriggio di febbraio quando, insieme ai miei amici storici eravamo saliti per ammirare l’alba della luna, e ci siamo invece ritrovati a contemplare il cielo.
Il sole era già basso e solo le sommità del Mombracco e del Colle di Gilba erano ancora illuminate. La pianura era offuscata da una cortina di foschia violetta che la amalgamava all’orizzonte ad Est, da dove sarebbe sorta a breve la luna. Sopra di noi invece il cielo era azzurro e popolato da greggi di cirri leggeri e bianchi.
Più noi salivamo, più il sole scendeva e dipingeva il cielo fino a farne un capolavoro.
Verso la pianura l’azzurro e il rosa sfumavano in mezzo alle nuvole bianche. Verso il Monviso il sole colorava di viola e di arancione le nuvole, ed il celeste del cielo si faceva più profondo. Una brezza leggera sospingeva la massa di cirri che mutavano continuamente il modo di raggrupparsi nel cielo. Oltre a noi cinque, nessun altro. Solo noi, il cielo e la distesa bianca appena lavorata dai gatti delle nevi che forsennati si arrampicavano verso le piste vicino a Garitta Nuova.
Per qualche minuto restavamo ad osservarli: erano simili a piccoli carrarmati affaccendati sull’infinito altipiano candido, quasi alla ricerca di qualcuno da fronteggiare come nelle battaglie di Risiko.
I loro fanali luminosi erano le uniche luci artificiali quassù, insieme a quelle della baita alta. Poi li abbandonavamo, lasciandogli rigare la neve con il loro caratteristico pattern, incorniciati da nuvole rosa e viola e dal profilo di Garitta Nuova.
Intanto avevamo superato Pian Croesio e le sue vecchie baite, già in ombra, diretti verso il Fontanone ed il Monviso. Ogni tanto gettavamo uno sguardo ad Est per vedere la luna, ma questa era nascosta dalla foschia a valle.
Il sole era quasi tramontato, e la neve appariva di color azzurrino. Eravamo ormai oltre la baita alta e la punta del Monviso iniziava a farsi vedere. Il cielo era ancora celeste e gli sbuffi di cirro erano rosa carico.
In pochi minuti eravamo al cospetto del Re di Pietra. Lui, noi, la terra ricoperta di neve ed un cielo dipinto con gli acquerelli da Dio.
Eravamo felici di essere lì proprio in quel momento, proprio noi con la nostra bella amicizia e la voglia di condividere tutto questo, in un luogo che abbiamo nel cuore da quando eravamo bambini. Ridevamo, ci scattavamo delle foto, ci passavamo il bicchiere del thermos di vin brulè per scaldarci dal freddo che stava aumentando. E intanto, dietro ai greggi di nuvole color cobalto ad un tratto faceva capolino la luna piena. Noi l’accoglievamo con un grido di gioia per la sorpresa. La sua algida luce era spettrale, così filtrata dagli scuri cirri, e solo per pochi istanti tutto il suo disco si era rivelato per poi scomparire nuovamente.
Iniziavamo la discesa quasi di corsa per scaldarci, dopo la lunga sosta al Fontanone. Dietro di noi Venere brillava solitaria nel cielo blu scuro. Alla nostra destra le luci della baita alta facevano a gara con la luce della luna. Di fronte la pianura si stava accendendo di tante lucine puntiformi. I raggi lunari fluivano fra le nuvole come un ventaglio di luce tenue, e illuminavano i nostri passi il giusto da impedirci di inciampare.
Ormai eravamo alla baita bassa, dove ci aspettava una ricca cena in allegria e spontaneità, come solo fra amici può avvenire.
Intanto fuori la luna si alzava nel cielo, superando le nuvole ed illuminando la neve intorno a sé.
Testo ed immagini di Elena Cischino, tutti i diritti sono riservati
Ma le foto della luna?